lunedì 25 aprile 2011

I CINESI parte 2°

muraglia cinese
(700km a nord di pechino)

CAPODANNO CINESE

Il capodanno cinese è una delle feste più importanti in Cina. I mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio; di conseguenza la data d'inizio del primo mese, e dunque del capodanno, può variare di circa 29 giorni, coincidendo con la seconda luna nuova dopo il solstizio d'inverno, evento che può avvenire fra il 21 gennaio ed il 19 febbraio del calendario gregoriano. A partire da questa data, le festività durano per quindici giorni, concludendosi con la tradizionale festa delle lanterne (元宵节/元宵節.) Il tipico costume cinese per il capodanno è il dragone che, secondo loro simboleggia felicità

e fortuna.


(pittura raffigurante un drago cinese)

I CINESI parte 1°


I Cinesi hanno origini, tradizioni antichissime e affascinanti. La Cina è il terzo stato del mondo per estensione, ha le montagne più alte del mondo ed è ricca di maestose pianure alluvionali rese fertili dai fiumi.

In Cina si trova una piazza ”Tian 'an Men” ossia “Cancelli della pace celeste”. Oggi un grande ritratto del presidente Mao Zedong è situato ai cancelli della porta della pace celeste che permette di accedere alla Città Proibita, sede, fino al 1911 dei palazzi imperiali vietati ai comuni. A proteggere la Porta della pace celeste c'è un cane accovacciato la cui somiglianza è nota a quella di un dragone mitologico, ha zanne, artigli e fauci minacciose.

Per i cinesi i fiori sono amati per lo splendore dei petali ma anche per il loro significato simbolico: la peonia rappresenta la primavera , il crisantemo rappresenta la lunga vita, il narciso è il fiore dell'augurio per l' Anno Nuovo,la pesca la vita eterna, il bambù rappresenta la forza e la tenacia dell'amicizia mentre i petali dei fiori di loto per loro sono l'immagine di purezza.

Inoltre molti dipinti raffigurano fiori e paesaggi con molta vegetazione.

lunedì 21 giugno 2010

Racconto di paura - Il vampiro

Da una traccia data dalla maestra ho inventato questo racconto:

Antonio si mise a strillare a a urlare istericamente. Il vampiro fece un salto e balzò giù dalla finestra. Ad Antonio cadde il succo di mela e subito il vampiro indietreggiò di due passi. Venne l'alba e il vampiro volò via dalla finestra lasciando quell'orribile puzza di muffa e sparì nel nulla. Antonio si sentì subito sollevato però era rimasta una scia di mistero e ad Antonio venne un sospetto: "Perché il vampiro era venuto proprio quella notte? E perché in quel momento? Antonio era ancora terrorizzato quanto sentì suonare alla porta ... aprì e vide che erano i suoi genitori. Antonio gli raccontò tutto ma la mamma disse che aveva qualcosa di molto importante da fare, si vedeva che stava nascondendo qualcosa.
Giunse sera la mamma e il papà con la scusa che la zia era in ospedale se ne andarono. Antonio sentì suonare nuovamente il campanello.... aprì ma non vide nessuno uscì e guardò sopra il davanzale della finestra della camera ma non vide nessuno. Stava per rientrare in casa quando un vento gelido gli passò dietro la schiena. Antonio non mosse un dito, si girò e vide il vampiro. I suoi occhi erano assetati di sangue, i denti erano affilatissimi con il sangue che gli colava. Antonio terrorizzato corse via ma il vampiro era già sul suo corpo ormai tremante. Antonio prese la borraccia dell'acqua e la fece cadere per terra, il vampiro come la notte precedente indietreggiò e sparì nel nulla questa volta però si allontanò lasciando del fumo e delle macchie di sangue, subito dopo suonò il campanello, sua mamma era tornata ma perché mancava il papà? La mamma tirò fuori una vecchia scusa che diceva sempre quando voleva nascondere qualcosa. La terza notte la mamma sparì, il vampiro tornò e, come tutte le altre volte, Antonio lo cacciò via. Antonio corse in soffitta e trovò una foto del '700 dove c'era sua mamma, capì tutto. Sua mamma aveva 310 anni.
Antonio preparò un piano: prese uno specchio, quando tornò sua madre la fece sedere sul divano e aspettò il vampiro; egli arrivò, Antonio prese lo specchio, lo fece cadere in terra e quando si ruppe ci versò dell'acqua sopra: era un antico rituale per uccidere tutti i vampiri. Il rituale funzionò ma Antonio si mise a piangere: non aveva più i suoi genitori. Ma pensò che se i suoi genitori erano vampiri anche lui sarebbe dovuto diventarlo. Forse non erano i suoi veri genitori? Forse sua madre e suo padre erano morti? Era ora di scoprire chi era veramente.
Cercò in un sacco di libri, ma niente da fare. Poi vide un vecchio libro, ci soffiò sopra e iniziò a leggere. C'era scritto che lui era nato in un bellissimo posto dove tutti erano felici e tranquilli. Un brutto giorno però dei vampiri morsero i suoi genitori, ma essi non morirono. I vampiri presero Antonio, ma fino al tredicesimo anno di età non avrebbero potuto fargli niente. Successivamente però lo avrebbero potuto mordere e uccidere. Antonio trovò i suoi veri genitori che, quando lo rividero, lo baciarono e furono felicissimi. C'era gente che non credeva a queste cose ma faceva male perché i vampiri esistevano, esistevano eccome!

domenica 7 marzo 2010

L'omino della pioggia


Ecco come ho rielaborato a scuola una favola di Gianni Rodari.

C'era una volta un omino di nome Peter che non era come tutti gli altri omini: lui, faceva piovere!
L'omino aveva una casa bellissima fatta tutta di nuvole: il tavolino era di nuvole, le sedie erano di nuvole e persino la ciotola del gatto era di nuvole. Dovete sapere che la gattina Nuvola (non poteva chiamarsi diversamente) era magica, quando miagolava faceva addormentare tutti e poi aveva una nuvoletta sulla fronte che mandava i raggi più potenti che potessero esistere.
L'omino della pioggia aveva tanti amici ma anche un grande nemico: il mago Desertoso.
Un giorno l'omino Peter non riuscì più ad aprire i rubinetti, capì che il mago Desertoso aveva mandato un incantesimo; allora partì per il deserto, la casa del mago e portò anche la sua gattina.
Quando incontrò il mago, Peter iniziò a pronunciare delle formule, Nuvola miagolò così forte che il mago dovette arrendersi e divenne servo di Peter, che però lo trattò sempre con rispetto. La pioggia ricominciò e l'omino visse tranquillo.

domenica 6 settembre 2009

Una passeggiata nella preistoria

Questa mattina, dopo colazione, io e la nonna siamo uscite per la solita passeggiata.
Ad un certo punto, io ho proposto un gioco: "Nonna, facciamo finta di essere due donne della preistoria che cercano e scoprono i frutti e le erbe buone da mangiare?".
La nonna ha accettato la mia richiesta con allegro entusiasmo.
Ci siamo inoltrate in una vigna fingendo di essere in un bosco. Tra i verdi pampini pendevano rigogliosi grappoli d'uva bianchi e neri. Abbiamo assaggiato gli acini maturi: erano squisiti e ci siamo messe alla ricerca di un nome da dare a quel frutto.
Ripensando all'espressione fatta sentendo il sapore e poi sputando la buccia e i semi, abbiamo deciso: chiamiamola "Uh...V A !".
Questa passeggiata è stata molto divertente: non la dimenticherò per molto tempo!.

mercoledì 8 luglio 2009

Il povero ramarro

Un bel ramarro verde era abituato a prendere il sole, steso in mezzo ad un cespuglio di ginestra nel prato Cielo. Stava tranquillo perchè pensava che il suo colore verde si nascondesse bene tra rametti del cespuglio. Ma... non aveva considerato gatto Peter con il suo esercito, di dieci suoi amici!
Per prima cosa, essi decisero di costruire una trappola da far cadere sopra il ramarro.
Cinque gatti andarono a prendere una grossa pietra da usare come catapulta.
Gatto Peter incitò i suoi soldati così: "Miei prodi guerrieri, ci vedremo domani mattina alle otto in punto al prato Cielo per usare la nostra trappola addosso a quel ramarro!".
Intanto tutti i soldati andarono a ripararsi in una grotta perché stava scoppiando un terribile temporale.
La mattina seguente era una bellissima giornata di sole: proprio quello che ci voleva per la loro missione!
Alle otto, tutti erano pronti per partire; ma, prima, gatto Peter annunciò: "Quando saremo arrivati al prato, al mio "tre" dovrete lanciare la pietra sull'asta della catapulta che farà cadere la trappola sul ramarro!".
Arrivò il pulman della linea "Gattara" che li trasportò fino al luogo convenuto.
Tutta l'operazione si svolse come gatto Peter e i suoi prodi avevano progettato.
Il capitano ordinò ad Artiglio, che era l'assaggiatore di prede e un vero buongustaio (si capiva dalle sue rotonde guance baffute) di sentire il sapore del ramarro che avrebbero poi mangiato tutti insieme. Artiglio aprì la bocca, ma subito sputò disgustato: "BLAH, è amaro e tutto scaglie!".
Il ramarro scappò veloce come una saetta tra l'erba fresca del prato e, dopo quella terribile avventura, non si fece più rivedere sul prato Cielo.

lunedì 15 giugno 2009

Arrriva l'estate


L'estate è bellissima
perché il sole infuoca la terra
e ci dona il caldo.
Le nuvolette bianche e soffici
girano nel cielo,
ma la cosa più bella
è che gli alberi
ci forniscono di frutti.
Gli animali possono rilassarsi
sotto l'ombra degli alberi,
o possono godersi il sole cocente,
noi possiamo fare i bagni al mare
o possiamo costruire castelli di sabbia,
oppure bere un cocktail ghiacciato
sotto il sole....
insomma l'estate è bellissima